martedì 18 dicembre 2007

Il valore economico dei numero Uno



Zio Paperone ha la "numero uno", moneta da 1 centesimo che ha per lui un valore assoluto. Zio Paperone ha depositi pieni zeppi di denaro, dollari su dollari, in banconote di grande taglio e in monetine così numerose da poterci fare il bagno dentro quell'incredibile volume.
Ma quella numero uno...
Cazzo quella numero uno vale molto molto di più.


Mio padre da pischello leggeva Tex e che dio lo perdoni, lo legge tutt'ora. Lo leggeva da quando uscì il numero Uno, ma non la ristampa, "l'originale". Quello che usciva nel 63.
O era il 65?
Bà, cosa vuoi che cambi.


Un sacco di papà a quanto pare, leggono Tex da quando uscì in edicola il numero Uno e un sacco di papà non sono sicuri se quell'anno fosse il 63, il 64, il 65 o chessò io. Quello di cui son sicuri i loro figli invece, è che il numero Uno di Tex vale un sacco di soldi (e figuriamoci la collezione completa) e che *di conseguenza*, quello del loro papà è il numero Uno *originale*.
Un pò come avere fede in dio, solo meno venale.
Il collezionismo intendo.

Oggi questi figli dei loro padri capita che leggano fumetti, magari in maniera poco approfondita o addirittura basata sulle loro congetture che portano il valore del fumetto X, ad Y con una facilità impressionante.
Una volta un ragazzino prese una Variant di Spawn, era uscita da un paio di giorni e costava 1 euro. Arrivò alla cassa con la faccia di chi sa il fatto suo, col sorriso di chi sta per infricciarti, con l'euro che da li a poco sarebbe stato mio. Mi guardò, pagò l'albo e mi chiese fiducioso, riferendosi a quel numero di Spawn:
"ora quanto vale?"
Non volevo rispondergli per non offenderlo, ma si sa, sono tante le cose che non avrei voluto fare e quindi:
"50 centesimi. E' usato."

E' uscito Volto Nascosto, della Bonelli. Se lo sono mangiato. Alcuni lo hanno preso "per provarlo" ok, ma altri... altri lo hanno preso seriamente convinti e speranzosi che "un domani" avrebbe avuto il suo valore.
50, 100 euro o magari anche qualche migliaio di euro, perchè no.

A nessuno ha sfiorato l'idea che quelli erano altri tempi, altre tirature, altri lettori, altri sistemi.

Che poi mi chiedo: se le cose fossero realmente così dirette, non sarebbe più intelligente per i fumettari *non vendere* quei numeri uno e diventare ricchi tra 2 mesi?

Le Graphic Novel



Non passa giorno che non passi un passante a chiedere un fumetto che non sia un banale "fumetto", ma qualcosa di più, una graphic novel, o addirittura un "volume".
La parola "fumetto", diciamocelo, fa cagare.

Se ne è discusso tanto e siamo arrivati alla conclusione che da quando i fumetti alla "Maus" sono diventati delle "graphic novel" se ne vendono molti di più. Effettivamente quando erano solo dei fumetti non avevano tutto sto fascino.

Ho preso due fumetti e ho fatto un esperimento, zitto zitto, senza dirlo a nessuno.
I due fumetti sono "Little Star" della Bottero e "Pulp Stories" della BD.
Ho presentato il primo come "graphic novel" e il secondo come "un fumetto cazzuto che ha fatto scuola negli anni 90 ed ora è raccolto in volume ed è fatto da autori con i contro cazzi".
Little Star ha vinto per 9 copie a 2.
Poi oggi propongo Pulp Stories come graphic novel e se lo comprano.
Un nome figo rivaluta il soggetto, non c'è niente da fare.

Come i vecchi guardoni che diventano "vojeur" che suona così figo che quasi quasi lo faccio pure io, o "quelli delle multe" promossi ad "ausiliari del traffico".
Come le lumache che finchè erano cozze di terra non se le inculava nessuno e da quando sul menù le segnano come "escargot" le paghi 40 euro a porzione.
Come le mignotte che finchè son "mignotte" stanno 20 euro a botta ma quando sono "escort", ehhh, ad averne...
Come quelli chiusi per trent'anni nel polmone d'acciaio, che non sono sfigati che dio ce l'ha con loro, sono dei fantastici "diversamente abili".
Abili a spostare la testa da frontale a destra e da destra a sinistra, per tutta la vita senza dire una parola, perchè sono anche muti.
Scusate, volevo dire "abili a stare zitti".
O "diversamente abili a parlare".

Cambiare termine per intendere qualcosa, non cambia quel qualcosa, ma probabilmente cambia qualcosa nel "pensiero bene" di chi vuole intenderlo.

mercoledì 12 dicembre 2007

24Hic 004


Cliccate sull'immagine per ingrandirla.

La prima striscia nasce dalla presa di coscienza che "a volte" tratto meglio le ragazze fighe rispetto a quelle classiche. E ripeto "meglio", non voglio che si pensi che tratto "male" le altre^^
Semplicemente sulla base di un buon trattamento a come lo intendo io, queste hanno una spinta maggiore.
Nella terza striscia ho voluto paragonare la bella donna al cliente classico che chiede praticamente la stessa cosa con le stesse parole. E' evidente che l'assenza della gnocca non giochi in suo favore. Non ce l'hai? Peggio per te.

Nel mezzo una striscia per spezzare, per poi rendere più forte il richiamo della terza alla prima.
La situazione è classica, capita almeno una volta al giorno.
Inutile dire che non apprezzo affatto situazioni simili :)

Di incontri in incontri





Capita alcune volte che un fumettaro inviti in negozio un autore, un fumettista e conseguenzialmente inviti clienti, amici e quant'altri a venire in negozio il giorno dell'incontro e magari, se proprio non è una cosa impossibile da fare, ad acquistare il volume presentato.

Capita alcune volte che la presenza in negozio da parte degli appassionati sia sotto le previsioni, anzi a dirla tutta, capita alcune volte che tale presenza sia proprio scarsa e questo induce l'amico fumettaro a rivalutare in toto la meccanica degli incontri.
Si rivaluta se conviene farli, se hanno effettivamente un perchè, se conviene spendere tutti quei soldi e quelle energie per organizzarli, o meno.

E a volte capita, come è capitato al sottoscritto, che si decida di non fare più incontri in negozio.
L'ho deciso lo scorso anno e per un anno esatto non ne ho fatti.
Poi qualcosa è cambiato.

A distanza di 12 mesi dall'ultimo incontro, quello con Enzo Troiano, ho ospitato in negozio Ausonia e tra qualche giorno sarà il turno di Sebastiano Vilella.
Ho capito che fondamentale per questi incontri è il piacere personale che si ha nell'ospitare un fumettista e non un fantomatico e non calcolabile ritorno pubblicitario per l'attività.
Il piacere personale quindi.
La gloria del proprio divertimento.

Ma questa gloria ha comunque il suo costo ed è destinata ad avere un termine, perchè non si può stare sempre a giocare, non ci si può divertire 24 ore al giorno, 30 giorni al mese e 12 mesi l'anno. E come non si può andare al pub o al ristorante tutti i giorni, così non si potranno ospitare autori per sempre.
Perchè i soldi sono pochi e le spese tutte della fumetteria.
Maledetti soldi.

Capita che ogni tanto si senta qualche ragazzino, ragazzo, uomo, chiedere il perchè "qui non si faccia mai nulla".
Capita certe volte, di avere anche più di una risposta.

martedì 4 dicembre 2007

Come Quando Fuori Piove



In tasca ho trovato un biglietto con dei numeri e delle lettere.
Stranamente mi sono ricordato cosa fosse.

Qualche settimana fa mia sorella mi propone una piccola "sfida".
Mi mette davanti un mazzo di carte napoletane, ne tira fuori 10, da 1 a 10, tutte dello stesso seme, e mi invita a sistemarmele in maniera strategica, di modo che rivelando la prima, mettendo in fondo al mazzetto la seconda, rivelando la terza, mettendo in fondo al mazzetto la quarta, rivelando la quinta, mettendo in fondo al mazzetto la sesta, e così via, rivelassi tutte le carte in maniere sequenziale, dall'asso al dieci.

Accetto la sfida, mi prendo ste dieci cartine, ci sto su 2/3 minuti e risolvo.




Chi mi conosce sa che con queste cose me ne vado via manco fossero trip, così mi prendo un bel mazzo da poker e mi sistemo tutte e 52 le carte, da asso a kappa, Jolly esclusi e mi metto al lavoro.
Ci ho messo un'ora e mezzo circa, ma alla fine ho risolto il giochetto che mi ero proposto.

Esattamente come per le dieci carte napoletane, ho sistemato tutte e 52 le carte da poker, di modo che, partendo dallo girare la prima, mettendo in fondo al mazzo la seconda (che è quindi adesso la carta "in cima" al mazzo), voltando la terza (che è quindi adesso la carta "in cima" al mazzo), mettendo in fondo la quarta (che è quindi adesso la carta "in cima" al mazzo), voltando la quinta (che è quindi adesso la carta "in cima" al mazzo), e così via, fino all'ultima delle 52 carte, mi sarei ritrovato ad aver voltato tutte le carte dal "asso" a "kappa" nel famoso ordine Cuori, Quadri, Fiori Picche.
Come Quando Fuori Piove.

Ecco la soluzione:

Legenda:
C = Cuori
Q = Quadri
F = Fiori
P = Picche
11 = Jack
12 = Qu (Regina)
13 = Kappa (Re)

1c, 1f, 2c, 1p, 3c, 2f, 4c, 12p, 5c, 3f, 6c, 2p, 7c, 4f, 8c, 8p, 9c, 5f, 10c, 3p, 11c, 6f, 12c, 11p, 13c, 7f, 1q, 4p, 2q, 8f, 3q, 9p, 4q, 9f, 5q, 5p, 6q, 10f, 7q, 13p, 8q, 11f, 9q, 6p, 10q, 12f, 11q, 10p, 12q, 13f, 13q, 7p.

E sono soddisfazioni :)

24Hic 003




"Caca cu lu culu tou, quista ete la formula:
dinne ce bbuei, fanne e caga cu lu culu tou" [Gruff]



Il Chieditore di Sconti non poteva mancare.
Il Chieditore di Sconti andrebbe debellato come si è fatto con la peste bubbonica e l'aiz.
Magari con più successo dell'aiz.

Ringrazio il vecchio Diè per aver partecipato inconsapevolmente alle mie strisce.
Se non sapete chi è il Diè, ovvero il Diego Cajelli, non vi farò mai più lo sconto.

Oltre al fatto che probabilmente non avrete capito la striscia :D

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lunedì 3 dicembre 2007

24Hic 002



Ed ecco la seconda striscia.
Qui avevo deciso che solo due strisce per foglio sarebbero state troppo poche, quindi ne ho aggiunta una terza.
Vedere il foglio non utilizzato integralmente mi infastidiva.

E' evidente che sono esperienze da fumettaro, ma sono cose vere quindi tanto vale riderne un po' :)

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24Hic 001



"- Buongiorno signoraaa, mi dica...
- Buongiorno. Buongiorno un cazzo!" [Gruff]

Incredibile.
Anche io ho partecipato al 24hic, tenutosi a Lecce tra il 20 e il 21 ottobre '07, e organizzato dalla
Lupiae Comix con il mio "fido" aiuto.

Non ho pensato a cosa fare fino all'ultimo momento, un po' perchè non mi andava di "barare" un po' perchè non avevo poi sto gran tempo per inventarmi storie.
E disegnarle, poi...

Cioè, io disegno meglio di un bambino di due anni ok, ma già dai tre sono più capaci loro.
Pensavo che sarebbe stato meglio improvvisare e che in quattro e quattr'otto, messo sotto torchio, avrei tirato fuori dal cilindro il mio coniglio.

Quatto quatto, zitto zitto, inizio inizio a rimuginare rimuginare.
Opto per delle strisce umoristiche perchè secondo me sarebbe stato abbastanza facile cagar battute essendo io di stronzate quinto dan.

Ho fatto male perchè tra l'inventare graficamente i personaggi, pensare alla battuta, realizzarla con dei tempi decenti e inchiostrarla, non ce l'avrei potuta mai fare a realizzare 24 tavole.
Infatti alla fine ne ho fatte solo 5.
La prima è questa quassù.
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Il Lato B



Preferisco il B-Side perchè è più Cool.