lunedì 26 maggio 2008

La Crescita Artistico Culturale


Ci sono abbastanza cose difficili da fare, che portano tempo e una quantità di fatica che è così alta, così elevata, da non avere mai sufficiente riscontro con quelli che sono poi i risultati a cui porta. Cose che comunque vuoi fare, indipendentemente da tutto. Questo ti porta a lavorare e a metterci impegno e passione, che se sono elevati portano ad un risultato (almeno apparentemente) valido.
Che poi, più sembra valido più la gente pensa che automaticamente tu ci prenda dei soldi.
E più questa gente ha meno a che fare con quanto tu faccia, tanto più è convinta che hai degli introiti.
E più hai degli introiti (apparentemente), tanto più i tuoi sforzi possono essere sminuiti, fino a perdere senso, fino a farli rientrare nella routine del lavoro. Che essendo appunto "lavoro", non ti fa meritare nulla oltre al rispetto di default che comunque avresti (e comunque non sempre).

Come se nessuno ringraziasse più Batman che protegge Gotham City, solo perchè ha la colpa di farlo dalla mattina alla sera, giustificando questo col fatto che sicuramente ci prende dei soldi.

Come se a farmi un culo così sul forum del negozio qualcuno mi desse soldi. E' solo tempo investito, per il piacere di parlare con gente figa, di discutere con ragazzi intelligenti di fumetti e figa. Non mi paga nessuno, anzi, i soldi sono *tutti* in uscita.
Ultimamente ho indetto un concorso a premi sul mio sito, si chiama Quiz Finale. E' così "ultimamente" che praticamente non è ancora partito.
Parte il 30 Maggio. Accorrete numerosi.
Insomma a questo concorso, che poi altro non è che un giochino stupido/divertente per passare un po di tempo in compagnia, ho messo in palio del fumetti e calendari. Mica cazzate eh, robe tipo Watchman e V for Vendetta e calendari di Naruto e Ratman. Roba golosa insomma. Montepremi 100 euro, iscrizione zero.
C'è gente convinta che io da tutto questo ci prenda soldi.
E più ho degli introiti (apparentemente), tanto più i miei sforzi possono essere sminuiti, fino a perdere senso, fino a diventare un HulkSpakk di una Lecce City dei poveri, che nulla ha a che vedere con quel cazzuto di Bruce Wayne. Quel fottuto capitalista, tra l'altro.

Credono che anche Ned Bajalica, per scrivere questa nuova rubrica, "La Crescita Artistico Culturale" prenda dei soldi.
No, non prende una lira, ve lo giuro. Ora potete ammirarlo come se fosse come Batman, solo più povero.
Comunque quello nell'immagine in alto, disegnato da Ned appunto, è un fumettista non molto noto, che lavora nelle retrovie di un ottimo editore italiano. Chi indovina chi è, è bravo (e chi lo conosce ancora di più).




Ah, avete notato con quanto stile mi sono spammato un pò il sito?

sabato 24 maggio 2008

Cose da fare e da non fare in possesso di una Fumetteria



Ecco una lista di cose da fare e da non fare se possiedi una fumetteria:


  • Fingere interesse nei pareri altrui su quella che è la tua attività.

  • Non tenere *mai* conto del parere degli altri su quella che è la tua attività.

  • Non fare mai credito a chi ti sorride.

  • Non fidarti mai di quelli in cravatta.

  • Non dare confidenza alle donne.

  • Non masturbarti con la porta aperta.

  • Non fare credito alle donne.

  • Se parlano male di te o della tua attività, eliminali.

  • Se parlano male della concorrenza, non zittirli. Lasciali fare.

  • Se continuano a parlare male della concorrenza, tiratene fuori con qualche frase a effetto.

  • Se parlano bene della concorrenza, vomitagli addosso la verità. Qualunque cosa significhi.

  • Un affare è ciò che tu dipingi come tale.

  • Non fare credito a nessuno.

  • Se ti chiedono "quando esce il fumetto X" e il fumetto X ancora non esiste, inventa una data. Il lettore medio preferisce false risposte che una reale incertezza.

  • Quando hai un senso di colpa nei confronti di qualcuno, non è solo una sensazione. Probabilmente hai qualche colpa.

  • Iscriviti a un corso di arti marziali/yoga/boxe.

  • Annuisci con la testa, seguili con gli occhi, scorreggia con il culo.

venerdì 23 maggio 2008

Cose che non capisco.

"Verba Volant, comu scaffuni moi affiorant" [Gopher D]

Ci sono delle cose che proprio non capisco.
Per quanto mi sforzi, non riesco a starci dietro.
Passo davanti alla Mongolfiera, ex IperCoop, nella mia umile cittadina e vedo un cartellone formato gigante con la scritta "Prima Festa del Fumetto". Ho messo qui sopra l'immagine di modo che anche voi possiate godere di cotanta arte.

Un tempo non capivo come mai le "persone comuni", quelle fuori dal giro, non concepissero l'idea che i fumetti *esistono ancora* e che addirittura *alcuni li comprino anche*. Questo tempo fa, prima che aprissi una fumetteria.

In fumetteria entra gente strana, gente che vuole fischietti che richiamino gli uccelli, lavatrici che consumino poco, caffè, ovviamente pacchetti di sigarette e sale (essendo una specie di tabaccaio il sale ci sta tutto), scusa c'hai accendini, fotocopie in bianco e nero e a colori. Celebre la richiesta sulle fotocopie a colori, alla quale ovviamente risposi di no, non ne faccio.
- E in bianco e nero?
- Nemmeno.
- E scusa, tutta sta roba come l'hai stampata?
Impagabile.

Non capisco come possano delle persone organizzare "la sagra de lu purpu" (festa del polpo), "la sciurnata te la satizza" (la giornata della salsiccia) e "la festa del fumetto" (io una volta ne ho visto uno e ora mi scappa da fare una stronzata a tal proposito), e vivere bene.
C'è gente che soffre per molto meno e questi invece vivono bene.

Non capisco come mai in questa "Festa del Fumetto" dalla locandina improbabile, dal fumetto impalpabile, dalla festa inguardabile, dalla mostra immostrabile, non siano state coinvolte nemmeno le fumetterie locali.
Cioè io.

Quello che capisco è che queste cose uccidono il fumetto come io lo concepisco.
Uccidono il fumetto che anche se esiste da cento anni è ancora una sorta di embrione la cui sorte è rapita da questi organizzatori degli ultimi venti minuti, ridicoli nelle loro velleità di fare, come un pollo nel tentativo di volare.
Cioè, a me dispiace, ma loro così me lo abortiscono il fumetto, mi spezzano l'erezione che ho nel maneggiarli, li vedo come un uomo che prende a calci in pancia la compagna incinta convinto di fare del bene al nascituro. Mi abortiscono il fumetto.
Mi dispiace ma... fanno proprio cacare.
Loro e i loro tentativi arroganti e presuntuosi di c'entrare anche solo un piccolo cazzo col mondo del fumetto.

Un tempo non capivo come mai le "persone comuni", quelle fuori dal giro, non concepissero l'idea che i fumetti *esistono ancora* e che addirittura *alcuni li comprino anche*. Questo tempo fa, prima della "Prima Festa del Fumetto".

Alla luce di questa è facile capire le domande di signore come quella entrata oggi, che guardando una collana di Mazinga mi chiede:

"che è questa collana?"
"E' Mazinga"
"una zingara?"
"no signora, è Mazinga, un robot degli anni 80"
e lei, stupita:
"una zingara di 80 anni?"


martedì 6 maggio 2008

Articolo su "Il Paese Nuovo"



Ho scritto un articoletto su un quotidiano locale che si chiama "Il Paese Nuovo".
Per forza di cose me lo hanno modificato un pò, niente di che sia inteso. Cmq lo riporto qui di seguito come lo ho scritto io.
Si colloca all'interno di un inserto di nome "Focus" e l'argomento del giorno era "l'editoria", per il quale hanno chiesto (tra le altre cose) il mio seguente intervento:

Avere e gestire una "fumetteria" è difficile. A Lecce lo è ancora di più.
La parola "fumetteria" indica un attività commerciale in cui si vendono fumetti così come in una "libreria" si vendono libri. Il problema è che la "fumetteria" tecnicamente non esiste, non è presente infatti alla camera di commercio, tra le varie categorie inerenti le attività commerciali e si deve prestare sotto la voce "libreria" che è in maniera inequivocabile tutt’altra cosa.
Questo genere di esercizio commerciale, esistente da non più di vent’anni, subisce gli svantaggi di far parte di una categoria a cui non appartiene, pagando tasse basate su studi di settore realizzati per negozi di ben altra portata, e si appoggia ad una distribuzione ormai obsoleta, che non comprende nella propria metodologia di vendita, conto vendita, reso e conto deposito, tutte strategie vincenti che hanno fatto crescere e sviluppare le librerie in Italia.
Da circa un anno e mezzo è finalmente nata un’associazione delle fumetterie, l’A.Fu.I. (http://www.afui.it), della quale Mondi Sommersi è socio fondatore, che si propone come punto di incontro, confronto e discussione, tra fumetterie, editori, autori e distributori, conducendo una battaglia che ha come fine il miglioramento dei meccanismi di produzione/distribuzione/vendita.
La gestione da oltre sei anni di "Mondi Sommersi, la Fumetteria a Lecce" e l’esperienza sul campo, mi confermano che questo settore è indietro rispetto ai cugini librai di oltre mezzo secolo. Se da un lato abbiamo i fumetti, spesso sottovalutati dalla massa per pura ignoranza e svogliatezza nel conoscere un media ignoto, dall’altro abbiamo un’editoria medio piccola, frizzante nei contenuti ma completamente priva della forza e del coraggio di realizzare azioni pubblicitarie atte all’espansione del settore. Questo fenomeno porta ad una paralisi del mercato che fortunatamente viene smosso da fenomeni esterni, quali i film tratti dai fumetti che da qualche anno stanno invadendo il grande schermo. Basti pensare al trittico di film su Spiderman, o sugli X-Men, o i vari Batman e Superman, passando per titoli di ben altro spessore come Persepolis o il prossimo Watchman, e arrivando all’imminente lungometraggio su Iron Man, personaggio storico della Marvel Comics, interpretato da Robert Downey jr. e diretto da Jon Favreau.
Questi film portano spesso nuova linfa al settore, facendo una non troppo evidente pubblicità ai fumetti da cui sono tratti, e portano in fumetteria nuovi lettori, che incuriositi da quanto visto al cinema, cercano su carta emozioni analoghe.
Raffrontarsi con queste nuove leve, spesso completamente all’oscuro di quanto cercano e vorrebbero acquistare, rende quello del fumettaro un lavoro differente dal libraio. L’assenza di pubblicità e di rilievo nei mass media più influenti, rende in questo lavoro la fidelizzazione del cliente, vitale, l’essere in grado di suggerire opere che soddisfino il gusto di questo o quel lettore, primario, la conoscenza dettagliata del maggior numero di articoli proposti alla vendita, fondamentale.
Spesso identificato come qualcosa di vecchio, bambinesco e allo stesso tempo mezzo di comunicazione già morto, il fumetto riesce a sfruttare internet in maniera intelligente, massiccia e spesso innovativa. Intorno al fumetto sono nati siti di informazione, forum e blog, che aggiornano in tempo reale i propri lettori con migliaia di notizie provenienti da tutto il mondo, facendo si che il lettore sia costantemente informato.
Mondi Sommersi si propone come punto di riferimento per tutti i lettori del Salento, grazie a servizi rapidi ed efficienti messi a disposizione sul proprio portale web (http://www.mondisommersi.biz) dove si sta sviluppando una comunità di appassionati che mette a confronto idee, desideri e gusti nell'apposito forum di discussione. Per un'attività del genere, che vive di news, comunicati stampa e recensioni, sottovalutare le potenzialità che offre la rete, sarebbe un peccato imperdonabile.
Lecce è una piazza ostica, ma dispone di alcune risorse imprescindibili come la "Lupiae Comix", Scuola di fumetto Leccese. Questa realtà è in stretta collaborazione con la fumetteria in oggetto, soprattutto nell'organizzazione di incontri con autori di primo livello tra cui i leccesi Alemanno e Bajalica, ma anche autori come Ponticelli, Vilella, Urbano, e Troiano. Recentemente queste due realtà hanno collaborato alla realizzazione di "Talkink", una rivista tematica, a fumetti edita da Lilliput e distribuita su tutto il territorio nazionale, con particolare cura per il Salento.
Comicsblog.it, uno tra i portali più frequentati in Italia nell'area fumetti/animazione, tramite il suo inviato leccese Marcello Durante, ha spesso citato e supportato le varie iniziative nate sul territorio provinciale grazie al puntuale intervento di Mondi Sommersi.



Il link all'articolo così come è stato pubblicato è invece QUI
Ah, l'immagine in apertura di post, non è ovviamente il logo del giornale (il cui sito è QUI) :) Ho messo quella splendida pezza di formaggio un pò per assonanza, e un pò perchè è ora di pranzo e ho una fame terribile^^