mercoledì 29 ottobre 2008

Piego Libri: come le raccomandate. Solo più incazzati.


"E' possibile spedire uno o più libri ai quali si può allegare, senza sovrapprezzo, la fattura relativa al contenuto, un bollettino di versamento in conto corrente postale,
una busta, un biglietto da visita del mittente senza annotazioni, purché non abbiano carattere di corrispondenza personale e/o manoscritta". [Posteitaliane.it]

Cavolo, si è fatta ora di spedire i pacchi. Ho un paio di pacco celere e qualche raccomandata, i soldi contanti contati di fresco in tasca, la fretta e la fotta.
Meglio sbrigarmi o troverò il posto in rimozione coatta già impegnato da qualche altro zoticone. O qualche altro coatto.
Brum brum, qualche minuto di traffico e sono in Piazza Libertini. L'ufficio postale è a due metri da me, che ho parcheggiato lì dove osano i paraplegici. Fossero stati handicappati mi sarebbe anche dispiaciuto, ma fortunatamente quel pacheggio è per i diversamente abili, quindi vaffanculo e cazzi vostri.
Spost!
Vediamo un pò di fare ordine in questo marasma di pacchetti: questo è il j+3 che va a Milano e quest'altro va a Grottaglie, vicino Taranto.
Cazzo se il tipo passava a prenderselo in negozio faceva prima.
Questi sono i quattro piego libri che vanno a Sassari,a Olbia, ovunque essa si trovi, e a Roma. La tessera per entrare nella sala "Poste Business" è qua, quindi è fatta.
Spalanc! La portiera della macchina sta diventando vecchia e non chiude più bene come un tempo. Un tempo in cui questa macchina non era mia, ovviamente.

Ah, interessente. I parcheggi per i diversamente abili ci sono sotto l'ufficio postale, ma poi per salirci si devono arrampicare su questi gradini mastodontici. Cazzo sono così grandi che i barboni potrebbero usarne due alla volta come letti a castello.

- Cazzo che bordello.
- mpfhh...
- Mi scusi signora, è da molto che aspetta?
- Non tanto ma due sportelli su tre sono vuoti. Al solito. E la signora al terzo sportello è un'incapace.
- Al solito.
- ...
- ...


(25 minuti dopo)

- Meno male che è l'ufficio Business, dove si dovrebbe smaltire la fila degli uffici normali.
- Già, meno male, signora.
- Se no sai che fila, provi ad immaginare.
- ...
- ...
- Signora...
- Dica giovanotto.
- Io ci provo, ma non riesco ad immaginare una fila peggiore di questa.


(15 minuti dopo)

- Signora. Mi scusi signora.
- Dica...
- Tocca a lei.
- Ah si, grazie. Mi scusi, ero assorta.
- Di nulla di nulla, si figuri signora.


(5 minuti dopo)

- Buonasera.
- 'Sera, dica.
- Devo spedire questi due pacchi e questi pieghi di libri.
- Va bene, ma prima deve darmi la tessera dell'ufficio. Sa, questo è l'ufficio Business...
- Ah si. Giusto. Prego, ecco a lei.
- ...
- ...
- ...
- Mi scusi signora.
- Dica.
- Ma a che le serve la tessera? Insomma, quando me l'avete fatta avete preso tutti i miei dati e quelli della mia attività, e qui dentro non si può accedere senza passare la tessera nell'apposita fessura. Quindi a che serve?
- Eh, disposizioni interne.
- Capisco. Ci vuole molto ancora? Le serve altro?
- No. Ecco fatto, ritenga la tessera. Umm, i pacchi li metta pure lì, sulla bilancia... umm... per questi invece, vediamo...
- ... ok.

Ticchete e tacchete, ticchete e tacchete. Pogg!
TornNdietr', TornNdietr', TornNdietr'.

- Ecco fatto.
- Bene. E quelle?
- Queste, come dicevo, sono tutte in piego libri.
- Piego libri hai detto?
- Si...
- Mmm... non so...
- "Non so" cosa?
- Se si può fare. Non so se si può fare.
- Cosa?
- Questa cosa qua. Come hai detto che si chiama?
- Piego libri.
- Ecco appunto, non so se si può fare il piego libri.
- Certo che si può fare, glielo dico io.
- Mmm, aspetti che chiedo a un collega.
- Ok, comunque è ogni volta la stessa storia.
- Che storia?
- Ogni volta che vengo qui mi dite che il piego libri non si può fare, ma poi alla fine ho ragione io e quindi me lo fate, solo che nel mezzo mi fate perdere un bel pò di tempo.
- Mpfhh. Aspetti che chiamo il collega: CLAUDIANGELOOOOOOOO! CLAUDIANGELOOOOOOOO! PUOI VENIRE?
- (...nome di merda...)
- Detto nulla?
- No. Mi sa che è arrivato Claudiangelo.

- (Dimmi Anna.)
- (Tu sai come si fa il piego libri?)
- (Si, vai da qui, dove dice "pacco ordinario", selezioni "piego libri" e poi se lo vuole raccomandare metti qui "raccomandata". Se lo fa normale costa questa cifra, se lo fa in raccomanda invece si applica questa tariffa qui.)
- (Ah bene, grazie.) Allora giovanotto, sono questi?
- Si...
- Mmm...
- Che c'è ancora?
- C'è che questi non hanno l'aspetto di piego libri. Assomigliano di più a un pacco postale, quindi vanno spediti tramite pacco postale. Vedi? Sono troppo alti per una raccomandata. Superano i 5 centimetri che è il loro limite.
- Cinque centrimetri è il limite della raccomandata?
- Essi, eh.
- Bene, me ne ricorderò. Ora però devo spedire tramite piego libri e non tramite raccomandata.
- Ma il piego libri lei lo vuole in raccomandata, giusto?
- Esatto. E' il piego libri che voglio in raccomandata, non viceversa. Quindi bisogna rispettare le caratteristiche del piego libri, che non specifica assolutamente le altezze dei pacchetti, e non quelle delle raccomandate.
- Mmm... aspetti chiamo il direttore: PIERFERNANGELOOOOOO! PIERFERNANGELOOOOOO! PUOI VENIRE?

Tip tap. Tip tap.
Gir la chiav, gir la chiav (doppia mandata).
Tip tap. Tip tap.

- Dimmi Anna.

(spiegazione del fatto da parte di Anna all'illustrissimo direttore dell'ufficio Business conosciuto come Pierferangelo)

- Dunque lei vuole spedire questo pacco in raccomandata, ma il limite in altezza è di 5 centimetri, ergo, non si può fare.
- Il sito delle poste non parla di limiti in centimentri, ma in peso e il limite è 5 chili, quindi posso spedirlo.
- Certo, cinque chili, ma anche 5 centimetri di altezza, essendo una raccomandata.
- ...
- ...
- ...
- Che c'è?
- Ma lei lo sa che col piego libri si può spedire solo materiale cartaceo?
- Certo, sono il Direttore qui, sa? Ci mancherebbe.
- Mi dice cosa diavolo dovrei spedire da 5 chili, di carta, alto SOLO cinque centimetri? Lo ha mai preso in mano un libro?
- Certo.

Silenz!
Imbarazz!

- Allora, cosa dovrei spedire? Un foglio di carta lungo 12 chilometri, per arrivare a cinque chili?
- Mmm...
- ...
- Vabè, questa volta lo spediamo, ma la prossima...!
- La prossima anche.

sabato 25 ottobre 2008

Kellogg's Corn Cosplay

"Il vero boss non s’atteggia a pallonaro e tanto meno poi assomiglia a un paninaro,
porta metallo, si ma non è metallaro e poi pensa sempre al denaro.

[...] Il tuo boss non accetta le sfide, è un patetico pagliaccio che di rado se la ride.
Il mio boss, tranquillo, non uccide. Il mio boss sono io e la mia penna che scrive."
[Turi - Il Boss]


Ci sono cose che non hanno prezzo.
A casa mia prodotti come i Kellog'S Corn Flakes non sono mai entrati. Noi siamo meridionali e per giunta di un ceto diversamente abile, siamo per la pagnotta burro e marmellata, 'ste cose fritte nello sterco di gallo non tanto ci affascinano.
Insomma, mettere nel latte fresco croccantini per cane sponsorizzati da un gallo con colori improbabili non mi ha mai detto molto.

E sono cresciuto così, vedendo questi Kellog'S Corn Flakes invadere alimentari, salumerie, ipercoop, carrefour e negozi vari. Anche in farmacia trovi i Kellog'S Corn Flakes Variant Oligominerali con Ripetitore di Particelle di Sodio.

Siamo arrivati al punto che anche nei pacchetti di patatine CrickCrock non ci stanno più le patatine CrickCrock, ma i Kellog'S Corn Flakes. Li chiamano Chipster, è vero, ma vi prendono in giro.
Sono Kellog'S Corn Flakes sotto mentite spoglie.
E' come mangiare scroto di bue essiccato al sole, e al sole non viene buono. Viene bue.

Mi rendo conto, comunque, che le nuove generazioni hanno subìto da un lato l'aumento del prezzo della marmellata e dall'altro programmi televisivi strutturati in un modo fattapposta ad indurre gente ad un piacevole acquisto dei Kellog'S Corn Flakes Radioattivi agli Otto Cereali, venduti in farmacia, e non mi stupisco quindi se una volta cresciuti, questi ragazzetti si ritrovano alle prese con crisi di identità come Ben Reilly nella Saga del Clone, quando ancora non si era scoperto se Ben fosse Ben Reilly, Peter Parker o Batman.
Ad ogni modo, alla fine questo angusto problema fu risolto come vengono risolti tutti gli angusti problemi americani: all'americana. Con una macchia di sangue sull'asfalto.

Il futuro di questi giovani è comunque segnato in un modo orribile, un modo così brutalmente terrificante e cagoso, che nemmeno una saga di John Byrne riuscirebbe a tenergli testa.

Negli ultimi anni il nostro settore è stato invaso da alcune figure imbarazzanti che faranno anche calore in alcune manifestazione come LuccaComics&Games, ma che mandano in calore gli animi dei maschetti ingrifati. Che di certo non aiutano a far salire l'indice di gradimento del fumetto nella classifica a punti del popolo italiano, ma che altrettanto certamente possono provocare l'innalzamento del medio di gradimento dei maschietti ingrifati: i cospley, o meglio ancora, LE cosplay.

(Nota: la foto precedentemente postata è stata rimossa su richiesta del soggetto raffigurato, perchè, come si legge nei commenti di questo post, non ho capito nulla dei Cosplay, al contrario invece di quanto ci si aspettava, ovvero che sono una cosa bella e ammodino. Io, non i Cosplay)

Questi figuri altro non sono che ragazzi poco cresciuti che si divertono a travestirsi come i loro personaggi preferiti di fumetti, videogiochi e film. Prima erano una piccola fetta di pubblico, un pò fuori di testa, ora sono una specie di invasione degli ultracorpi, molto poco ultra e molto molto corpi, molto molto molto spesso femminili e spogli.
Li trovi dappertutto: in fiera, nei negozi di fumetti, sulle riviste, sui giornali. A breve li daranno in allegato col Dash.
Anteprima (rivista di informazione fumettistica) da diversi mesi occupa DUE PAGINE A COLORI per far vedere signorine discinte vestite da pornozoccole in calore ad un film in maschera di Schicchi (sempre sia lodato).
Incredibile. Se esce un nuovo fumetto di Batman se va bene Anteprima lo segnala nella checklist, se muore Michael Turner ci sprecano due righe, se una fumetteria vuole uno spazio pubblicitario di 3 centimetri per 5 gli costa 60.00 euro al mese, ma se ci sono ste Kellog'S Corn Cosplay, cazzo apriti cielo, ci mettiamo 2 belle pagine a colori piene di pelo e di omo vestiti da emo travestiti da Elle che paruccano Bono.
Che si fa per vendere.

Io lo capisco alla fine, eh, non credete. Abbiamo sta rivista, dobbiamo venderla e tira più un pelo di Cosplay che un carro di The Boys quindi "andiamo di tope" e pace al resto.
Magari però, la prossima volta che abbiamo due pagine a colori da gettare nel cesso, proviamo a spingere anche il fumetto e le fumetterie, così mia nonna la smette di chiedermi "quando ti trovi un lavoro vero?", anzichè cagarci in mezzo e propinarla a qualche disadattato.


giovedì 23 ottobre 2008

La colpa del vicino è sempre la più verde



"Va bene! Secondo me vi posso vendere un asteroide che dorme in un letto matrimoniale..." [Gente Guasta - La Grande Truffa del Rap]


Siamo fottuti.
Le fumetterie non esistono, come fantasmi in balia del tempo un pò si aspetta il miracolo e un pò si tira a campare.
L'Italia è un paese di allenatori di calcio, ma i lettori di fumetti insieme ai fumettisti e agli editori,  sono tutti ottimi fantafumettari, dove "fumettaro" è colui che vende fumetti, che ha una fumetteria. Ovvero io e quelli come me.
Come quelli dell'afui.

Ogni giorno incontro qualcuno, sia esso un editore o un fumettista, che sa il perchè il fumetto non va
Il loro fumetto, nello specifico.

Può capitare che alcuni fumettisti e alcuni editori medio/piccoli credano fermamente che il fumetto non tiri (tra le altre cose) "per colpa" dei fumettari che, a quanto pare, schifano in qualche modo l'entusiastico e poco compreso potenziale economico che questi (loro) fumetti apporterebbero alla causa "fai diventare ricco il tuo simpatico fumettaro".

Certi che del valore potenziale del proprio prodotto, complessivamente, invadono di proposte (*proposte* non "offerte") le fumetterie italiane e, ignorando completamente in alcuni casi e sottovalutando in altri la situazione distributiva del sistema in cui si propongono, sperano (credono?) di potersi fare strada nel marasma di proposte che contribuiscono a creare.  

Ogni mese, una piccola casa editrice si alza e sa che deve correre.
Quello che non sa è che a correre insieme a loro e al loro fumetto, ci sono altre case editrici per altre centinaia di fumetti. Dal Mega n° 136, rivista con le anticipazioni (non critiche) fumettistiche, si può vedere che nel mese di Dicembre 2008 usciranno 420 titoli a fumetti per un totale di 51 editori. 
420 titoli che la fumetteria dovrebbe acquistare rigorosamente in conto assoluto, con una scontistica che va da un minimo del 25 ad un massimo (raro) del 40 con una media del 35%. 420 titoli che la fumetteria dovrebbe sostenere aquistandoli, conoscendoli, spingendoli e, infine, riordinandoli e ricominciando il giro.

Quello della fumetteria è un mercato a due facce: da una parte ci sono centinaia di proposte, dall'altra ci sono zero offerte. Zero promozioni. Zero pubblicità. Zero espansione del mercato.

Quando si parla di crisi sono tutti daccordo sul fatto che ci sia e all'unanimità si cercano le responsabilità della scelta, che in linea di massima è degli altri, nella migliore delle ipotesi un pò di tutti. Nel calderone le colpe del mercato ricadrebbero anche sulle fumetterie.

Ma le fumetterie in Italia sono poco più di 300 e spesso tra queste sono annoverate attività che sono perlopiù piccoli store, vie di mezzo tra sale ludiche, spaccio di gadgets e/o videogiochi, negozi in cui il fumetto non è più il motore economico, ma solo una parte del fatturato. Possono effettivamente quindi, 300 negozi come questi sparsi su tutta la penisola, poter assorbire il mercato di oltre 50 editori? 
Possono conoscerlo, acquistarlo in contro assoluto e con bassi margini, sostenerlo ad ogni uscita, e spingerlo senza alcun aiuto da parte di editore e distributore (sconti, adesivi, poster, programmi di gestione...)? 
Possono solo 300 negozietti, perchè tolti alcuni "grandi" gli altri sono solo negozietti, gli unici 300 negozi in tutta Italia disposti a queste condizioni a trattare questi articoli, danneggiare il mercato al punto da esserne responsabili?
Francamente dubito.

Io credo che editori e distributori dovrebbero ascoltare di più i problemi dei fumettari e i fumettari stessi dovrebbero confrontarsi tra di loro, accettando il fatto che un fumettaro ha tutto l'interesse a spingere un prodotto vincente  e che se non lo tratta è perchè *da solo* non riesce ad aprire il mercato e che  il suo rischio di impresa, i suoi investimenti, sono *giustamente* andati altrove, magari in favore di prodotti analoghi che però hanno qualcosa in più, come uno sconto maggiore, o un reso, o una piccola fetta di pubblico su cui iniziare a lavorare.

Accettare che il fumettaro vive (o cerca di vivere) con questo lavoro e che non lo fa come hobby o secondo lavoro come la maggior parte degli editori italiani che parlano di "scarsa imprenditorialità delle fumetterie" e poi si parano il culo con un secondo (primo)  lavoro.

martedì 21 ottobre 2008

C'è Corruzione nel Tempo! ._.


"Tiempo cerca o’ tiempo e tiempo nun ce ne sta" [99 Posse - Cerco Tiempo]

Il tempo.
Che cosa bellissima.
Il tempo è una compagnia certa. Certamente.
Il tempo mente, è bugiardo, ingannevole. E corrotto.
Ora, io non sono un metereologo e non so che tempo fa fino a che mi affaccio alla finestra la mattina, e non sono neppure un matematico che sa risolvere equazioni con la facilità con cui Berlusconi fa a pezzi l'Italia, ma sono abbastanza una buona forchetta da capire che a pranzo il primo va servito prima del secondo e il secondo dopo il primo.
E' una questione di tempistica.
C'è chi arriva primo e c'è chi arriva secondo. O ultimo.

Ma c'è anche che ha detto "beati gli ultimi perchè saranno i primi". Ora, questa persona che mi pare si chiami Gesù non è che abbia, effettivamente, tanto seguito in Italia quanto Berlusconi e le due saggezze non sono paragonabili ovviamente. E' un pò come paragonare la cosiddetta merda alla fattapposta cioccolata, e non ci sono Vaticani che tengano, Berlusconi infatti, a fine mandato, saranno 19 anni che lo abbiamo tenuto in Italia, al Governo, il Vaticano nonostante tutti suoi sforzi, al Governo non ce l'abbiamo mai messo. 
Per ora.

Comunque dicevo, Gesù ha detto questa cosa degli ultimi che saranno primi  e personalmente mi è sempre sembrata una fregnaccia, come tante cose che avrebbe detto o fatto, ma poi un giorno che mi sentivo un pò metereologo e un pò matematico, ho riflettuto.

Ditemi un pò voi: come cazzo fa il "minuto primo" ad arrivare prima del "minuto secondo" se per dare vita ad un "minuto primo" ci vogliono 60 cazzo di "minuti secondo".

C'è corruzione nel tempo.

Si, lo so cosa state pensando.
State pensando manfrine tipo "si, ma nella linea temporale viene prima il minuto e poi il secondo, poi i decimi di secondo, i centesimi di secondo, ecc".
Ok, ma a questo punto sono le "ore" a dover essere "prime", i minuti "secondi" e i secondi "terzi", perchè i minuti, cazzo, sono nel mezzo, non sono mai arrivati primi.
Possono essere "minuti secondi" o "minuti penultimi", ma nel mio cuore non saranno mai dei fottuti "minuti primi". Quello è il posto dei secondi.
Perchè io sono dalla parte di Gesù e voglio che da oggi ai secondi sia dato il rispetto che gli spetta, e che siano beati perchè da ultimi saranno i primi.

Ho sentito anche altre fregnacce sminuire il potere del secondo, relegandolo in fondo alla classifica temporale, privandoli del loro diritto di essere ciò che sono, viziati dalla corruzione a cui Berlusconi li ha abituati in 15 anni di mandato.
Quindici anni di mandato a cagare, per quanto mi riguarda.
Queste sciocchezze dicono che "i minuti secondi sono tali perchè secondo la scrittura occidentale si trovano più a destra, dopo i minuti primi"

E la meritocrazia?
Ormai non è sufficiente essere più preparati, arrivare primi è inutile, dipende "dove vieni scritto secondo la scrittura occidentale". Che cazzata.
E in Oriente?
Come vanno le cose in oriente secondo questa teoria?
Il sistema è così corrotto che la meritocrazia non esiste neppure nel collocazione del tempo.
Sono quasi 19 anni. Sono sufficienti.
C'è corruzione nel tempo.

venerdì 10 ottobre 2008

Recessione e Risparmi, ovvero: la casa che verrà (ma non in questa vita)


Tutti dicono che c'è crisi.Tutti tranne Silvio, che invece assicura che in Italia «non siamo ad oggi in recessione». 
Giustamente. 


Lo vedo io che ho un negozietto da 4 lire che la gente le stesse lire le spende eccome. 
Se fossimo in "recessione" o se vivessimo una crisi reale la gente mica si sputtanerebbe gli euro dietro ai fumetti. 
O dietro alla birra. 
O dietro a ministre diversamente abili. 
O giocando centinaia di euro al Superenalotto, come ho fatto io con il mio fido vicinato: 40 persone, 200 euro di sistema, 5 euro a testa. 
Le cose vanno bene, i soldi ci stanno o la gente non li spenderebbe questi soldi, no?

...

...

...

E invece. 
E invece un giovane X, studia a scuola, si fa 5 anni di elementari, 3 di medie, 5 di superiori, sempre che non venga bocciato prima, poi si iscrive all'università e si spara 6 anni x chiudere la triennale, che è cosa ben risaputa, vale meno del due a briscola. 


Durante questi anni fa lavoretti del cazzo tipo cameriere o cosplay, o se è fortunatA e una bella figliolA, con i giusti agganci, affitterà la propria immagine attraverso una webcam a maschi ingrafati. Come quelli che abitano questo pianeta. Quei 4 soldi che guadagna sa bene che non gli basteranno nemmeno per andare a fare in culo e quindi inizia a spenderseli in stronzate: sigarette, disco, musica, puttane, droga, libri e fumetti.Intanto si cresce e questo giovane X inizia a maturare idee strane sulla vita, sul lavoro, sulla casa, sulla famiglia, e su quella idea di "crisi" e "recessione" che gli avevano inculcato i suoi genitori. Insomma, i suoi genitori gli avevano parlato della crisi come qualcosa di disastroso, per non parlare dei nonni, che hanno fatto e vissuto la guerra. Questi sono quelli con le idee più confuse, è evidente. Le bombe devono averli rincoglioniti. E mica per mancanza di rispetto, eh, è che se questa è crisi, non deve essere così cattiva. Insomma, i soldi per la birra e i fumetti ci sono, per puttane e disco anche, tutto grasso che cola. E poi siamo giovani, facciamo ancora gli studenti, cazzo!  


Finisce la triennale che non ha una lira in tasca, ha un titolo di studi che perde il confronto anche con la Scottex nella legittima gara per pulirsi il culo (essendo la carta igienica + soffice) e ripete l'"operazione studio" per altri 3 anni chiudendo in ritardo anche il biennio post triennale, che vale quanto i soldi del Monopoli edizione con le lire e grafica dell''86, e rispendendo quei 4 miseri soldi che ha guadagnato spaccandosi lo scafandro in stronzate quali beni di consumo di poca rilevanza.


Ora è un uomo senza una lira in tasca e con ben DUE titoli universitari con i quali potrà pulirsi il culo. E riperdere la sfida con la Scottex. 


Il giovane X inizia a pensare che forse non è più tanto giovane e probabilmente non è neanche l'unica X sulla piazza, motivo per cui, se vuole un lavoro inteso come quello che fanno le persone come suo padre (non suo padre nello specifico, che è disoccupato da 4 anni) forse è il caso di iniziare a cercarlo seriamente. 
Dopotutto è un laureato, mica un ignorantello del bronx.


E poi vogliamo darla una piccola gioia a paparino che ha speso tutti questi soldi per farti laureare a Milano quando invece sei di Reggio Calabria? 
Eccheccazzo. 
Prende a cercare lavoro che la laurea dell'università che ha portato a termine gli dovrebbe garantire e si sbatte per altri 2-3 anni, togliendosi intanto anche lo sfizio di un bel Master a Londra, sempre a spese dell'orifizio di papà, che con buona pace della mamma si sta fottendo tutti i risparmi di una vita (pochi a dir la verità) dietro a questa missione impossibile, per puro amore del figlio, fino a che il nostro giovane X si pieghierà all'evidenza e deciderà di fare lavoretti saltuari, i primi che gli capitano a tiro.


Bene.Facciamo ora che questo ex-giovane X di 32 anni laureato in Scienze della Disoccupazione trovi un bel lavoro da precario che a fronte di 8/10 ore al giorno di lavoro gli da una paga da schifo e lo stressa a morire. Facciamo che sia finalmente arrivato il giorno di paga. 


Quest'ex-giovane uomo X sa che con quella busta paga di merda, non potrà mai comprarsi una casa. Insomma, siamo seri, con uno stipendio da precari è già molto che hai i soldi per mettere benzina alla macchina (di papà), le possibilità che la banca ti permetta un mutuo sono pari a zero. E a come vanno le cose di questi tempi, è anche abbastanza una stronzata aprire un conto in banca.

Solo che il nostro ex-giovane uomo X è ancora troppo giovane (cazzo ha 32 anni! Un bambino praticamente) per leggere i giornali, quindi non saprà un cazzo dei casini delle banche che falliscono e che costano uno sbonno e quindi lo aprirà, mandando a fare in culo anche quei 4 euro che prostituendosi ha raccimolato. 

Quest'ex-giovane uomo X non potrà mai comprarsi una casa. 
Non potrà mai avere una famiglia.E' già molto se riesce a permettersi i debiti. 
Se gli capita d'avere un figlio sarebbero state meglio le cavallette. 
Intanto la fidanzata, nelle medesime condizioni, sclerata ben bene anch'ella, gli spacca i maroni perchè stressata pure lei. 

Ora l'uomo X, avrà voglia di risparmiare per l'unica cosa che potrà comprarsi con tali risparmi (una lapida) o se li sputtanerà al gioco, a libri, a musica, a droghe, a viaggi, a puttane, a fumetti, a preservativi, a cene, e ad altre stronzate?


Parlandoci chiaro: nessun poveraccio di queste generazioni avrà mai una casa, a meno che non vinca al supernenalotto o gli schiattiglino i genitori.

Sempre che lui non abbia fratelli e che i genitori abbiano posseduto una casa.



Berlusconi: «non siamo ad oggi in recessione» 10 ottobre 2008.