lunedì 9 febbraio 2009

Le differenze tra fumetto e libro


"Se sei un pollo sei un pollo, mangi sassi e spesso finisci fritto o lesso, ma prima ti tirano il collo.."
[Gruff - La similitudine del verso]


Le differenze tra fumetto e libro.
Ovvero: perchè vostra zia è convinta che voi siate dei pirla.

Il lettore di Libri non li guarda in controluce per vedere se hanno una riga tra pagina 212 e pagina 328.
Il lettore di Fumetti riconosce le impronte digitali del magazziniere addetto all'inscatolamento e pertanto pretende che il fumetto debba costare di meno perchè usato.

Il lettore di Libri non chiede sempre uno sconto.
Il lettore di Fumetti ha la richiesta di sconto di default. Se non ce l'ha, ha la tessera a punti.

Il lettore di Libri non sa se il suo autore preferito, oggi, ha cagato verde. E nemmeno gli interessa.
Il lettore di Fumetti compra un fumetto in base al suo colore preferito.

Il lettore di Libri non chiede il volume 24 della Saga che sta seguendo, se questa si è conclusa al 5.
Il lettore di Fumetti è così avanti che non solo ti chiede il numero 24 della saga che sta seguendo *anche* se questa sta ancora al 5, ma racconta anche all'autore come finisce.

Il lettore di Libri non chiede uno sconto.
Il lettore di Fumetti non chiede uno sconto. Lo pretende.

Il lettore di Libri non sa se la moglie del negoziante presso cui si rivolge è bionda naturale o rifatta.
Il lettore di Fumetti sa se il marito della bionda ha una fumetteria.

Il lettore di Libri non puzza anche in inverno quando ci sono -10 gradi.
Il lettore di Fumetti si crede un Gremlins.

Il lettore di Libri sa che se ruba un libro è reato. Il lettore di Libri sa che anche se ruba un fumetto, è reato.
Il lettore di Fumetti trova giusto rubare un fumetto se ne ha appena comprato un altro.

Il lettore di Libri non la prende sul piano personale se quel personaggio muore. E no, "Misery non deve morire" non fa testo.
Il lettore di Fumetti legge l'Uomo Ragno in attesa che schiatti Zia May.

Il lettore di Libri non si veste da Divino Commedio.
Il lettore di Fumetti si veste da Sailor Moon.

Il lettore di Libri ha una vita e degli amici di nome Mario, Giovanna, Luca e Luana.
Il lettore di Fumetti ha una vita (su Second Life) e tanti amici di nome Xandru, Hina, Zapp e HulkSpakk

Il senso d'Appartenenza.


"Dice come va? e come vuoi che vada, va... / claro bro, si sa, che sta routine dei saluti a volte sfava / e come nella jam "evviva, evviva!" / mi parlano di flava / unità nella dancehall, si ma quando mi va" [Gruff - Cose Che]

La prima volta che sentii questi discorsi avevo 16 anni ed era il 1995.
Frequentavo i soliti posti, quei portici che ci hanno cresciuto, quei gradini, quella casa, e tutto con i miei amici, gruppetto affiatato amante del rap, dell'hiphop.
La doppia H.

"Gli Articolo 31 si sono venduti"
"Franky Hi Nrg sta Quelli che il Calcio"
"I Sottotono sono nei negozi di dischi, che schifo!"

Poi come un cattivo remake, tanti anni più tardi fu il momento di Fabri Fibra. Non erano gli stessi amici, quelli non sono mai per sempre, il senso di appartenenza a qualcosa che non ti appartiene invece, quello è per sempre.

"Fabri Fibra s'è venduto", "Fabri Fibra va alle trasmissioni TV", "Fabri Fibra ora mi fa schifo".

Come se queste persone non fossero libere di appartenere a sè stesse, di decidere per loro, e tutte le loro azioni dovessero essere monitorate da quel piccolo, ristretto, inutile e infantile gruppetto sparuto di fan.
Il risultato è che la nicchia resta nicchia e il valore di quello che tanto amano questi seguaci resta inespresso, soverchiato dalle parole, dalle tante pugnette e dagli imbarazzanti atteggiamenti di distacco sociale mascherato da "differenzazione".

Cose simili, laddove non uguali, accadono nel mondo del fumetto. Allo stesso modo, questo mezzo resta soffocato dalla chiacchiere, dal quella sensazione di nerd costante e sgradevole, di infantile rivalsa nei confronti di ciò che (dichiaratamente) si adora, ma che all'atto pratico, con i propri atteggiamenti, si confina alla nicchia, come indiani nelle riserve.

Spesso mi capita di assistere a discorsi su quanto sia pessimo questo mangaka o quanto sia invece all'avanguardia quest'altro, quando la differenza sostanziale è solo il tuo gusto, perchè il target è il medesimo e la trama non si differisce davvero di un nulla. Sento questi discorsi su quanto abbia perso punti agli occhi del lettore, quell'autore, reo di aver avuto successo e di essere uscito fuori da quella nicchia per soli nerd inconsapevoli, che lo hanno sostenuto fino a quel momento.
Sono gli stessi discorsi del 1995, cambiano solo il soggetto e gli interlocutori.

Ma il fumetto resta inespresso.

Quello che ci frega è questo senso di appartenenza che non ci appartiene, questa mancanza di coraggio di spogliarci dalla nostra sfiga e uscire allo scoperto, dove c'è la luce, dove ci sono i cugini libri che chi li legge è figo sia a 8 che a 70 anni, sia se è maschio sia se è femmina.
E sapete perchè chi legge libri è figo?
Perchè oltre ai libri, ha una vita.

giovedì 5 febbraio 2009

Il Rappresentante della Folletto





- Salve, sono Mario Paglia, posso lasciarti il mio numero di telefono?
- Vuoi uscire con me?
- Mmm. No, sono della Folletto.
- Che peccato.

Fumettaro. Un lavoro tranquillo.


"Parti dal presupposto che un cd vale zero, prima finisci prima ti togli il pensiero " [Dargen D'Amico]
"E scusa, mi denunci per un fumetto??" [Il Ladro]

Mi serve un'agenda.
L'ho capito quando mamma mi ha detto "ti serve un'agenda". E mi serve anche un fegato nuovo. L'ho capito quando il mio stomaco ha iniziato a rigurgitare succhi intestinali per la fame, ricordandomi che erano le 8 di sera e che ero ancora digiuno. Un bel fegatino ci sarebbe stato tutto.

Tutto sta nel tenerli d'occhio quando fanno qualcosa di sospetto, ovvero niente.
Tutto stava nel suo giubottino dalla zip rumorosa, della quale si distinguevano perfettamente i suoni caratteristici delle zip dei giubottini. Zip.

Era parcheggiato fuori, uno scooter anni '90, terribile in quegli anni quanto terrificante in questi, ai tempi sponsorizzato in tv in qualche trasmissione che te lo regalava con una batteria in acciaio inox diciotto carati per quanto era buona.
Come un musicista d'altri tempi, bombetta in testa, giubottino in pelle, fare simpaticamente in trip, il nostro Diabolik vedovo di una porca Eva che se lo poteva portare con sè in quella terra poco fertile che era il suo tubero a patata (giusto per non correre il rischio di procreare), inforcava il mezzo a due ruote come un cavalerizzo poco caparbio.

Zip.
Il suo giubottino aveva appena ingurgitato un fumetto e sembrava avere tutta l'nitenzione di non volerlo pagare. Il sentore è diventata certezza quando ha pagato un paio di fumetti legati alla saga Secret Invasion ed è uscito col giubottino farcito.

- Scusa ma il fumetto che hai nel giubotto cosa è?
- Quale fumetto?
- Il fumetto che hai nel giubotto.
- Quale fumetto?
- Quello che hai nel giubotto.
- Questi?
(indicando la busta)
- Questi sono quelli che ho appena comprato.
- No, non quelli. Quello che hai nel giubotto.
- Ahhhh, questooo...

Copertina blu, lo riconosco al volo. E' un 100% Marvel, il primo ciclo de I Nuovi Vendicatori. Nick Fury, in tempi non ancora di guerra civile, manda una formazione alternativa dei Vendicatori in Latveria, a sovvertire un regime che avrebbe messo in pericolo il mondo intero. Per sfuggire alle azioni politiche contro le quali era andato e che lo avrebbero senz'altro portato all'arresto, si da latitante e fugge, sparendo "per sempre" e abbandonando il suo ruolo di Direttore dello S.H.I.E.L.D., un'organizzazione spionistica e militare fondata dallo stesso Fury.
Ottima scelta, davvero. Gran bel ciclo.
La pessima scelta è stata volerlo rubare, ma avevo ancora fame e al contrario del suo giubotto io non avevo ancora ingurgitato niente.

- Lo hai già fatto altre volte, vero?
- ...
- Mi hai beccato stanco. Vai a casa recupera quanto mi hai sottratto e riportamelo. Hai mezz'ora. Se non torni entro 30 minuti chiudo, vado in questura e ti denuncio.
- E scusa, mi denunci per un fumetto??

Mr. Zip veniva in negozio da qualche mese. Un periodo sufficiente per entrare in confidenza, parlare del più e del meno, spiegargli le differenze su questi e su quei fumetti, porre le basi per una cultura fumettistica in grado di far scegliere per conto proprio il meglio che il mercato possa offrire. Ma anche il tempo sufficiente per apprezzare una persona, ridere, scherzare e trovarsi insieme in un bar, davanti a un caffè.

Mi serve un'agenda.
Non ho più il conto delle volte che sono andato in questura o ai carabinieri per deunciare qualche genio del male.

Due frasi mi tornano prepotenti in testa. Una è di un questore, alla mia prima denuncia per furto, che mi disse "minano la tua fiducia nel prossimo". Una è Iron Man, in quel Secret Invasion che Mr. Zip ha acquistato.
"Di chi ti fidi?".