giovedì 2 aprile 2009

Povertà.




Ci sono diversi tipi di povertà e io posso garantirlo.
E' da trent'anni che ho a che fare con lei, sia essa d'animo, umana o di beni materiali.
Incontrare la pochezza d'animo lascia spesso inebetiti, ma alla fine è il tipo di povertà migliore che ci possa capitare perchè quella d'animo è una povertà autoimmune. Se sei affetto da questa sei così piccolo e inutile che nemmeno te ne accorgi. Se ne accorgono gli altri, è vero, ma a te la cosa non ti tocca, perchè credi di non sia un tuo problema, che la cosa non ti riguardi, come accade per un alcolista o un drogato. E' un problema di chi ti guarda, di chi vive con te, dei tuoi genitori magari, che nutrivano speranze interessanti per il tuo futuro.
E tu invece già è molto se ti sai grattare il culo con la mano.

La povertà umana arricchisce chi ne è affetto. Sarà che vedo questa situazione diametralmente opposta al mio stile di vita, ma se sei una cacca d'uomo e contemporaneamente hai un pò di cervello, potresti riuscire a sfruttare i poveri di spirito per alzare un pò di cash. Anche tanto se va bene. Ci ho pensato spesso di convertirmi a questo genere di povertà, ma pare che io ne sia completamente immune, impermeabile. O forse non ho quel pò di cervello.

Il tipo di povertà che mi assilla però, quella che mi fa veramente girare le balle, è quella materiale. Non per una questione etica, morale o chessò io.
Perchè è quella che ho, ecco perchè.
Mancano i dineri, la bubba, il cash, la money, li sordi.
Sono in quel settore del percorso della vita in cui un uomo ha visto abbastanza volte "C'era una Volta in America" da decidere di far diventare un punto di forza i propri punti deboli, e così si passa a trasformare quelle piccole vergogne in cose utili e fighe.

La vecchia Opel Kadett del '91, da "rottame" diventa "hard core". Sto anche pensando di applicargli degli adesivi sulle fasce laterali. Qualcosa tipo fiammate rosse e gialle per esempio. Insomma, una bella customizzazione ci starebbe tutta.
Il quartiere dove sono cresciuto, quel piccolo ghetto che ho sempre ripudiato, inizia ad avere delle sfumature da calderone di Hitman. La vita incasinata degli amici di gioventù diventa prima racconto e poi leggenda, con un passo così breve da essere quasi impercettibile.
Allo stesso modo, la povertà, quegli impedimenti, passano dall'essere una carta di identità, un biglietto da visita, con tanto di grafica strafiga.

Povertà.
Certo, in confronto ai bimbini in foto, a inzio post, che sono così poveri che pagherebbero le mosche affinchè gli si posino addosso, se solo avessero qualcosa con cui pagarle, io sono Zio Paperone, ma nella mia società, insomma... a casa eravamo così poveri che dovevamo sempre dispensare bene le provviste. Prendi il latte per esempio. Dovevamo farlo durare più a lungo possibile. Una volta, per dire, ho bevuto un bicchiere di burro.

Poi arriva il governatore delle regioni disunite d'Italia e spara la cazzata più grande del 2009: "La tassa sui ricchi è una ricetta sbagliata. Secondo la dottrina liberale non è con l’elemosina che si risolve il problema".
Elemosina?
Ma cosa ne sa lui che non è mai stato povero di quella povertà umana, e che non ha mai avuto quella materiale. A casa mia non avrebbe mai bevuto burro.
O comunque non lo avrebbe fatto dal cartoccio.
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1 commenti:

Anonimo ha detto...

mi piace,ti seguo!