lunedì 5 dicembre 2011

[Tipo-Rece] Tre Toni di Nero



Tre Toni di Nero
è una raccolta di fumetti brevi apparsi oltre un decennio fa su una rivista contenitore chiusa ormai da anni. Si trattava dell’Intrepido nuova serie, della casa editrice Universo e l’autore di questi racconti è Sebastiano Vilella.

Autore completo e molto particolare nel tratto e nelle tematiche affrontate nelle sue storie, Sebastiano Vilella ha collaborato per numerose riviste sin dagli anni ’80. Sue apparizioni sono visibili su Eureka, Frigidaire, Reporter, Tempi Supplementari, Mostri e sul già citato Intrepido.


Black Velvet, la casa editrice bolognese che ha editato Tre Toni di Nero, ha realizzato un volume di grande formato, (30x21.5 cm), e dal costo abbastanza contenuto, 13,00 euro, che si presenta davvero bene. La splendida copertina dell’autore rende in pieno l’idea di ciò che il volume contiene: storie crude, nere, che odorano di una vita che scivola via e di opportunità che di rado sono state colte al volo.

La Traccia Dell’Escargot”, la prima delle tre storie, racconta di una donna vedova, che ha perso il marito di cui era fortemente innamorata. Lo shock la porterà a perdere la concezione della realtà, spingendo la sua mente a “confondere” uno dei rapinatori che fa irruzione nel suo appartamento, per Herbert, il suo defunto marito. Vassalli di un sistema che non accetta nemmeno loro, i rapinatori devono fare fronte al “paparino”, un uomo brutto come pochi, laido e padre di due figlie siamesi, padrone di un solo corpo pur possedendo due teste e al seguito del quale ci sono un paio di sgherri stupratori e un travestito effeminato ma dai lineamenti a dir poco mascolini.

La donna, sconvolta, accetta lo stupro da parte del nuovo Herbert e di tutti gli scagnozzi del paparino, accetta i pugni i calci, lo stupro, la violenza, gli insulti. Accetta tutto nella speranza di poter tornare a vivere con il suo amato.
La confusione mentale porterà la protagonista a scivolare ancora di più e in maniera sempre peggiore nella catastrofe che è la sua vita, raddoppiando infine il dolore della perdita di Herbert, senza trovare pace.
La storia non rientra esattamente in uno schema definito, non si può definire nonostante le scene di sesso, un fumetto “porno” né tanto meno “erotico”. Credo si avvicini di più ad una storia d’amore dalle tinte un po’ forti e senz’altro fuori dai classici schemi.

“Noia e Fiamme”, la seconda storia del volume, è l’unica delle tre a non vedere ai testi Sebastiano Vilella, qui sostituito da quel Michelangelo La Neve, scrittore di diverse testate Bonelli tra le quali Dylan Dog. Qui il protagonista della storia, che ruota attorno a un distributore di benzina in mezzo al nulla, è lo “scemo”. Scemo è il classico fesso preso in giro da tutti, tra uno schiaffo fisico e uno morale, innamorato di una donna che non lo considera e che cerca di sfuggire a quello schifo di sistema in cui vive con l’unico sistema che conosce, il suo corpo.

Il proprietario del distributore, grassone e lardoso, come a voler sottolineare una vita sedentaria passata solo a dire cosa fare ai propri “sudditi”, è padrone dei mezzi e della manodopera: del distributore, dello Scemo e di Speranza.
Speranza, la ragazza di cui è innamorato lo “scemo”, e con un nome fatto apposta per schernirla, aspetta da anni un principe azzurro che la porti via, spesso, troppe volte, sempre, lupo travestito da agnello, che approfitta sessualmente di lei per poi lasciarla con un cumulo di promesse che non manterrà mai.
Il riscatto arriverà per tutti, per chi più breve e per chi più lungo, lasciando a qualcuno di loro uno spiraglio di luce in un mondo con troppi difetti.

“Fottute Cornacchie”, la terza ed ultima storia di “Tre Toni di Nero”, vede nel capofamiglia Peter un uomo poco più che trentenne, sconfitto dalla vita, surclassato dalle tre donne che compongono la sua famiglia e fallito nel lavoro.

Peter rincontra casualmente Frank, suo vecchio amico, sciupafemmine, gran scopatore e col patentino da figlio di puttana.
Alla fuga di Peter scatta un inseguimento dato dalle tre femmine di casa, nonna, madre e figlia, coalizzate nel far fuori il marito traditore (?), scappato con l’amico alla ricerca del mare, qui visto come fonte di libertà e di liberazione da ogni tipo di legame, compreso quello con le tre fottute cornacchie che lo hanno accompagnato in tutti questi anni.
Delle tre, Fottute Cornacchie, è la storia con meno sesso e con più azione, definita da Vilella stesso un “road comics” che finisce con il ritrovamento, in qualche modo, della libertà che il protagonista tanto cercava.
Interessante è vedere il rapporto tra le tre donne, paragonate a quegli uccellacci, le cornacchie, che ricoprono il ruolo di evento scatenante per la fuga di Peter. Pensano insieme, si muovono insieme e parlano insieme, come i Qui Quo e Qua della Disney e simpatiche allo stesso modo. Per nulla.


Il tratto di Vilella è particolare. Anche se a vederlo rientra perfettamente nello “stile italiano” è riconoscibile e identificabile come pochi e sarà senz’altro apprezzato, senza fare per forza paragoni o associazionismi, a chi ama autori come Angelo Stano, e a chi piace il chiaro scuro, spesso più scuro che chiaro.

Il volume oltre alle storie, contiene una lunga postfazione dell’autore, dove racconta quella che sarebbe dovuta essere e quella che è stata la vita editoriale delle tre storie, dalla non pubblicazione su Blue de “La Traccia dell’Escargot” all’approdo all’”Intrepido” della Universo. Sono presenti, ad arricchire il volume, delle pagine di sceneggiatura con a fronte la tavola disegnata a matita.
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1 commenti:

gigismondo ha detto...

Un grande esempio di fumetto d'autore. "La Traccia Dell’Escargot" è uno dei racconti più intriganti e disturbanti che abbia mai letto. Davvero favoloso!!