giovedì 27 maggio 2010

Indovina chi viene a cena?

"Ti liberi coi libri dove vibri con il palpito di un colibrì se collabori dentro un moto ascensionale elabori squilibri più celebri disfatto dal pulpito astrale / tra i ghirigori in ghingheri dove osano i più burberi del verso al contrario come i gamberi / questo è quello che mi và di fare inutile bussare è aperto / domandare è lecito ma io di risposte sto a corto" [Gruff - L'Attitudine]


Avevo una decina d'anni e mio padre mi cresceva amorevolmente. Amorevolmente aveva un significato molto controverso per mio padre, poichè anche sua madre lo cresceva amorevolmente, almeno stando a quanto sosteneva nonna nei suoi racconti, ma non secondo mio padre. Per mio padre il crescere me amorevolmente era molto più amorevole di quanto amorevolmente lo crescesse sua madre. Nonna. Erano altri tempi, diceva.
E mi raccontava che c'erano queste zie, sorelle di qualche parente apparentato a nonno, dove nonna, sua mamma, lo portava a pranzo la domenica. E delle feste comandate.
Perchè noi abbiamo ste cose delle feste comandate, dove non importa quanto poco sia stato considerato dalla famigghia per tutto l'anno, ma alla feste comandate ci si incontra tutti, a pranzo, per poi parlare male dei parenti a cena, nel calore casalingo della propria cucina.
Qui da me, in meridione, la tradizione è molto importante, almeno stando ai racconti di papà.
Io adesso non la sento tantissimo, e andare dalle zie, a quanto pare, era quanto di più terribile potesse capitare in quell'esistenza da bambino povero che viveva e cresceva in un paesino a sud della Puglia.
Le zie, nei racconti di papà, erano la riesumazione dello spirito delle streghe, coi loro vestiti neri, i loro capelli neri, i loro occhi neri, il loro alito nero, e il loro cazzo di fazzoletto stile burka messo male. E' alle zie di metà '900 che avrebbero dovuto negare l'esposizione in pubblico del viso. In faccia dovevano metterlo quel fazzoletto, non sui capelli.
Le zie anziane con il loro nero contagioso erano il male. Le zie anziane dall'anima nera erano l'incarnazione del male.
E la domenica si andava a pranzo dal demonio.
E indovina chi viene a cena.

Nei racconti di papà il peggio non era dato da come la zia si presentava, ma dal ruolo che il bambino copriva a pranzo, prima del pranzo e dopo il pranzo. Ovvero niente.
Doveva stare là, seduto, zitto, immobile, con il parentame adulto nell'altra stanza che parlava di cose ch'egli non poteva ascoltare. Solo, con il suo abito nero, su quella sedia, nei ricordi di ciò che la mia fantasia ha creato, posta vicino alla porta di ingresso che era ferma lì, chiusa. Blindata. Come a dirgli che oltre quella porta c'è la salvezza, ma che non è per lui.
E guai se se si muoveva!
Erano cinghiate su per le sue belle chiappe rosa. Cinghiate con la cinta di nonno, non si sa se forgiate nel fuoco da antichi samurai, o ereditate dal Generale Custer. L'unica cosa certa, giurava papà, è che, messe in un fiume, il solo corso dell'acqua sarebbe stato in grado di tagliare una foglia di ciliegio traportata dalla corrente, se avesse incontrato la cintura.
Che le cinte dei pantaloni di quell'epoca non erano di plastica. E nemmeno di cuoio. Le cinte di quell'epoca erano fatte di dolore puro.

E fu questo dolore che insegnò a mio padre ad evitare con meticolosa cura tutti gli inviti a pranzo e a cena negli anni a venire. E furono questi ricordi ad imporgli di non autoinvitarsi alle cene degli altri.
Perchè è scortese.
E sì, anche per via della cinta di nonno.

Sabato 5 giugno da Mondi Sommersi (la mia fumetteria), viene un autore, Giuseppe DeLuca.
A sera mangeremo qualcosa insieme.
E indovina chi viene a cena?
Ti do un indizio.
Non sei tu.

giovedì 6 maggio 2010

E' uscito Garth Ennis: Nessuna Pietà agli Eroi.


"ci va la pace si dice,sorridi sorrido felice, spadello 'sto pollo che cuoce, mentre guido sul gas degustando un novello vivace, ci parto di brindo e sfavello alla salute del mondo ci mando un thaaa sul più bello
" [Gruff]

Al Comicon di Napoli tra le altre cose è stato presentato presso lo stand Golden Distribution un saggio, edito da XII Edizioni, dal titolo "Garth Ennis: Nessuna Pietà agli Eroi". E' un saggio a più mani che mi vede coinvolto nel capitolo dedicato a The Boys.
Se non avete letto The Boys mi spiace ma non vi farò alcuna recensione, dato che ne ho supparlato nel suddetto suvvolume. Suvvolume è una parola inventata or ora per dare un peso maggiore e due marmitte possenti ad un altrimenti piccolo volume.
Comunque The Boys è una figata di fumetto superspappoloso. E con un bel pò di porno. Lo dico tanto per avere un vostro appoggio morale. Ed è anche esaurito nel secondo volume, quindi se dopo questo pezzo vorrete leggerlo, aggrappatevi: dovevate pensarci prima.

Dicevo, c'è questo saggio con delle parole mie che più o meno cominciano così:

In America ci pensa la Wildstorm per prima a pubblicare The Boys. È solo con il sesto numero che la direzione della Dc Comics decide la sospensione della serie nonostante la sentita accoglienza da parte del pubblico statunitense.
È il 2006, ottobre, e il primo numero di The Boys vede la luce nelle fumetterie d'America. Coadiuvato ai disegni da Darick Robertson, che ne firma tutti i numeri e le copertine, la serie parte in maniera brillante in quello che potrebbe essere definito lo stile Ennis.

A contattare Robertson e a proporre il lavoro è stato lo stesso Ennis. I due avevano già lavorato insieme su un capitolo del Punisher della Marvel, e le impressioni del disegnatore sulla serie sono state da subito positive. "Ho adorato il concetto fin dall'inizio e avevo la sensazione che avrebbe trovato il suo pubblico" dice Robertson in riferimento a The Boys e non sbagliava.

Il presupposto è abbastanza semplice: in un mondo pieno di Super è necessaria la presenza di qualcuno capace di porgli un freno qualora questi dovessero smarrire la retta via. Quando i Supereroi sono fuori controllo e né lo Stato, né altri supereroi, né qualunque forza governativa è in grado di contrastarli, entrano in scena i ragazzi, un gruppo di personaggi underground, al soldo della C.I.A., pronti a fronteggiarli, spaventarli e, quando occorre, intimidirli fino a ricorrere all'omicidio.

Tutta la storia è basata su uno scambio continuo di adrenalina e paura, come se alla base del sistema, come pilastri a tenerlo in piedi, ci fosse la consapevolezza che gli equilibri possano essere rispettati solo se è presente un freno inibitore, un qualcosa che garantisca l'attuale status quo. I Boys sono la kryptonite di questi Super ed è necessario che i Super lo sappiano.

Ok.
Sul volume ci sono una ventina di pagine con queste parole (non tutte uguali, eh? Poi mano mano cambiano), quindi se mi amate e non avete il coraggio di dirmelo, accatatevelo.
E dato che, giustamente, nessuno degli autori percepisce un euro da questo lavoro, fregatevene degli altri e accattatevelo da me in negozio. Cazzi loro. Almeno mi strullo il gingibillo con il lavoro da fumettaro. Mondi Sommersi - La Fumetteria a Lecce.
Yeah.

Ah, la mia biografia è stata cambiata nel volume rendendola una volgarissima biografia normale. E quindi pubblicabile. Motivo per il quale è stata pubblicata. Credo.
Ed è senza parole inutili aggiunte come quelle che aggiungo io. Motivo per il quale ve la incollo qui di seguito, come mi sarebbe piaciuto che fosse stata inserita nel volume.
Godetevela. O prendetevela in quel posto. Cosa che per alcuni di voi, sono certo, dà lo stesso risultato.

Max Favatano nasce a Lecce nel 1978. Perito Agrario strappato all'agricoltura, ha imparato a leggere coi fumetti. Poi però l'ha dimenticato. In compenso ha trovato altri fumetti nella sua fumetteria.
Nel 2002 partorisce Mondi Sommersi, la Fumetteria a Lecce. Da quel giorno non ha più una vita, solo un cono d'ombra.Socio fondatore dell'A.Fu.I. (Associazione Fumetterie Italiane) e admin dei siti www.afui.it, www.mondisommersi.biz, nel tempo libero scrive su un blog (http://hulkspakk.blogspot.com) cose che a nessuno interessa dire ma che qualcuno ha interesse a leggere. Ovvero egli stesso. Ma tanto non ha molto tempo libero e quindi scrive poco. Può capitare che lo si trovi a parlar da solo perchè gli piace ascoltare cose interessanti. Motivo per il quale soffre di una piacevole forma di flatulenza. Si è trovato a prendere parte di questo saggio perchè credeva che sarebbe stato pagato. Poi ha scoperto che Garth Ennis scrive fumetti e si è rassegnato. Prot.

mercoledì 5 maggio 2010

I momenti meglio style con gli Autori




Superclassificone dei momenti stile con gli autori in negozio.

Quarto posto:
Alberto Gennari.



Avevo 20 anni circa e scopro che Alberto Gennari lavora all'università di Lecce. Era il 2000 e stava dipingendo una cosa come la storia del mondo a grandezza naturale. Tipo un 20 metri per 3 che racconta il mondo da quando Dio lo creò ad oggi. Includendo anche tutte quelle scemenze sull'evoluzione che anticiperebbero Adamo ed Eva. Roba da Darwiniani e da comunisti.
Insomma vado all'università, sezione distaccata Ecotekne ed entro, sbircio e lo cerco.
E lo trovo.
Nel frattempo entra un signore che anche lui cerca Alberto e quindi arriviamo da Alberto contemporaneamente. I due iniziano a chiacchierare e io mi trovo nel mezzo. Una parola tira l'altra e alla fin fine son tipi socievoli, tanto che mi integro in discussioni che non mi appartengono, faccio domande di cui nessuno sentiva necessità, rispondo a cose che non mi riguardano, rido senza che la mamma abbia cucinato un cazzo di niente, e vado anche a prendere un bel caffè al bar dell'Ekotekne. Offre Alberto a quanto pare.
Nella passeggiata di ritorno dal bar ci sono anche momenti in cui parlare della famiglia. Quella di Alberto e del suo amico, dato che io non ne ho. Cioè, non ho una famiglia mia. Semmai ho una famiglia in comodato d'uso, dato che è dei miei genitori. Me la lasciano quando gli serve, fino a che avrò i soldi per comprarmene una tutta per me. Yo.
E' l'amico di Alberto a tirare in ballo l'argomento e vengono fuori cose che qui non si possono dire perchè non erano fatti miei all'epoca, figuriamoci se sono vostri ora. Fatto sta che dopo un mio commento che non posso ripetere e una volta scoperto che io e il signore di prima che anche lui cercava Alberto e che di Alberto era amico (mica come me) non ci conoscevamo nemmeno, Alberto mi guarda, strabuzza i suoi begli occhietti e mi dice:
- Scusa ma tu chi cavolo sei?

Ringrazio ancora Dio per essere uscito in maniera dignitosa dalla mia fase nerd.

Ad ogni modo con Alberto capita ancora di sentirci e di parlare di cose tipo "ma quel lavoro all'università lo finisti o no?".



Terzo posto.
Enzo Troiano.



Viene a Lecce, da Mondi Sommersi per l'incontro numero nu casinu, scketcha, disegna, acquarella, conferenzia e fa propaganda antiNestlé. Enzo è un tipo hardcore, uno di quelli a cui piace dare carne a carne e vino al vino. Al punto che poi viene voglia di far pipì. Di mucca pazza. Capita anche agli autori e per non farci mancare nulla, anche ai clienti. Fatto sta che il bagno in negozio è occupato da chissà chi e ad Enzo gli scappa proprio. E' una di quelle situazioni in cui se non vai in bagno e qualche bontempone ti fa "pishhhhhh... pishhhhhh" rischi grosso. E quindi gli faccio pishhhhhh... qualche volta, tanto per gradire, e la sua vescica si gonfia come se gliel'avesse toccata con l'indice sinistro Ken Il Guerriero.
Enzo sa che sta per esplodere e mi chiede del bagno. E' occupato, dico. Bisogna attendere un pò, dico.
E mentre mi diletto a perder tempo, cosa per la quale ho passione e capacità innata in egual misura, ecco che il bagno si libera. E siccome che oltre che un bontempone sono anche un signore e la pipì scappa anche a me, prima di andarci io cerco Enzo per dargli la precedenza. Lui è l'ospite e da noi a Lecce è come il pesce. D'onore.
Solo che Enzo è scomparso. Dov'è?, mi chiedo.
Dov'è andato?, penso.
Nessuno lo sa ancora ma quando, una volta tornato, è rientrato in negozio gli ho detto una cosa tipo "ehi Enzo il bagno è libero. Ora puoi finalmente svuotarti l'ampia sacca vescicale dall'urina stantia" alla quale Enzo, da buon napoletano, ha risposto:
- la pummarola ngopp, nu cce più bisogno.
- ma sono le 23, è tutto chiuso, dove l'hai fatta? ._.
- nu cce più bisogno, oehhh...

Fuori, solo un porticato e bar chiusi.
Da quel giorno continuo a chiedermi se l'abbia bevuta o poggiata da qualche parte su una di quelle colonne...



Secondo posto.
Werther Dell'Edera.



Werther viene in negozio per il BD Day dello scorso anno. Sono carico, contento e positivo. Solo che sono anche in negozio e Werther è arrivato di mattina presto. E l'incontro è di pomeriggio. Tardo. Abilmente spalleggiato dalla mia girl decido per un'abile staffetta e propongo a Werther e alla suddetta girl di andare a fare in passeggiata in centro. Che tanto è vicino, che tanto è bello e che tanto fa caldo. Fa molto caldo. Fa tanto caldo che in negozio accendo il condizionatore e sono abbastanza certo che Ilaria, la girl, saprà far stare a proprio agio l'autore. magari offrendogli una cosa fresca da bere. Tipo una limonata o non so bene cosa.
Credo che più o meno le cose tra i due siano andate così:
Ilaria: 'Mmazza che caldo. Ci sciroppiamo una limonata?
Werther: Ma anche si, basta che non ci sia dentro della granita o vomito.
Ilaria: Ma certo, basta non chiederla ;)

Quello che Werther pur annuendo non sapeva è che i baristi del loco se ne fottono altamente delle tue richieste, figuriamoci delle tue NON richieste, tanto che il barista del loco leccese, avuta grande e prosperosa idea, propone della bella, fresca e genuina granita nella limonata. Non ne voglio, si oppone l'autore. Certo, risponde il barista. Ma te la metto lo stesso.
Non ne voglio, risponde il giovane autore. Solo un poco, propone il barista.
- No.
- Si.

I baristi a lecce sono un pò come le mamme a pranzo, che quando ti chiedono riempiendoti il piatto "ne vuoi ancora?" la tua risposta conta quanto un tris di uno a Risiko. E' una battaglia persa.
E infatti vince la limonata con la granita.
Di li a breve sento la girl. Tutto ok?, dico. AttimoAttimoAttimoAttimo!, risponde.
Per alcune cose occorre qualche minuto di concentrazione.
E finalmente ricevo un sms.
Ho fatto vomitare Werther.
Apperò.



Primo posto.
Alberto Ponticelli.


Se credete che Alberto Ponticelli sia solo un bravo autore vi sbagliate. E' anche un bravo somigliatore. Somiglia a me per la precisione. E io a lui. E chi somiglia si piglia.
E ci somigliamo così tanto che io sembro la sua versione giovane. Quindi quella bella.
E lui è contento. Giustamente.
Peccato che conseguentemente io sembri la sua versione da vecchio. Quella brutta. E ci sta poco da stare allegri.
Ad ogni modo siamo a cena in una trattoria, da Mama Rita, dopo un incontro in negozio. Siamo seduti io lui, e altra gente. Passa la signora Mama Rita e lo saluta.
- Ciao!
- Buonasera signora
Risponde l'Alberto.

Poi passa il cameriere e lo saluta:
- Weeeeeeè!
- Oh salve.
Risponde l'Alberto.

Quindi la cameriera.
- Tutto bene?
- Si, si certo, grazie.
Risponde l'Alberto.

Il top lo raggiungiamo quando torna la Signora Mama Rita che gli mette una mano sulla spalla e con fare materno gli chiede come vanno le cose a casa e sul lavoro.
- Oh bene grazie. Tutto bene. Anche il cibo era ottimo.

Quindi l'Alberto si gira verso di me e mi fa:
- Ammazza quanto sono cordiali tutti, a Lecce.

Non è che sono cordiali. E' che ti hanno confuso con me.
HulkSpakk

P.S.
Cazzo. Sta foto è la dimostrazione che i nostri genitori si conoscono. In qualche modo.

martedì 4 maggio 2010

Le promoazioni del fumetto


"Se ci sta della gran pilla mi si dia della gran carta,se devi dirla dilla un 3x2 con la risposta in offerta,garanzia postilla per la trasferta più passi di barilla rime oltre una certa" [Gruff - Storie che Succedono ogni Giorno]

Sul sito dell'A.Fu.I., a QUESTO link, un mesetto fa pubblicai un articolo di un collega, Daniele Pignatelli, della fumetteria ComicHouse di Sarzana. L'articolo parla delle promozioni che ultimamente pare vogliano rappresentare per gli editori e i distributori, il tentativo di non far ritirare i remi in barca a quei negozianti che ancora non lo hanno fatto.
Chi lavora in questo settore senz'altro saprà che il periodo meno florido degli ultimi anni ha stimolato l'editoria specializzata in fumetti a proporre promozioni e incentivi all'acquisto. Se da un lato l'iniziativa sembra essere interessante, dall'altro non si può non notare l'incapacità generale del settore di intavolare proposte interessanti. StarShop e PanDistribuzione hanno realizzato due cataloghi di dubbia efficacia indirizzati al negoziante e al cliente, che nulla (di rilevante) aggiungono al lavoro (insufficiente) che già svolgono Mega e Anteprima (le due riviste -a pagamento- di pubblicità fumettistica).
Sui due nuovi cataloghi, A-Trade e Star Preview, appaiono alcune promozioni che gli editori vorrebbero sottoporre ai negozianti. Ecco, queste promozioni sono imbarazzanti.
Su A-Trade di questo mese vediamo come alcune promozioni mirino allo svuotamento del magazzino degli editori e non mirino, come dovrebbe essere, allo sviluppo del mercato. La Coconino riesuma in improbabili pack dei fumetti certamente validi, ma usciti epoche fa. Il Mondo di Coo, Dipersion, Kisontengaku. Tutti titoli che personalmente ho letto, apprezzato e venduto, ma che assolutamente non sono dei best sellers, cosa che mi porta a pensare che la politica dell'editore non sia di promozione come ci si aspetterebbe, ma di mero smaltimento del magazzino, ai danni dei (spero e credo pochi) negozianti che ci cascano e acquistano i pack.
Anche Panini cerca di svuotare il magazzino, mettendo sotto sconto alcune fetenzie che mi fanno tornare in mente i Piombo a Tempo.
Ronin Manga, la nuova casa editrice dei Kappa Boys, propone al 45% di sconto i suoi numeri uno. Peccato che per poter avere questa scontistica certamente interessante, bisogna ordinare una quantità fuori mercato di questi titoli, e dopo l'esperienza negativa (parlo per me anche se altri negozianti saranno daccordo) patita con la precedente casa dei Kappa (la Giochi Preziosi) la voglia di rischiare è davvero poca.
Oltretutto questa promozione è stata spalleggiata solo da PanDistribuzione, distributore esclusivista della Ronin, e non trattata dagli altri due distributori, Alastor e StarShop, presumibilmente perchè eccessivamente alte anche la proposta di acquisto fatta a loro. Ma queste sono mie congetture, niente di assodato.

Il nodo cruciale della questione è che il mercato del fumetto ha avuto un crollo verticale da un anno a questa parte, che ha (le chiacchiere di settore dicono) dei margini medi del 40% con picchi anche del 50. E non si parla di nord o sud Italia, è una questione generale. Tira una brutta aria.

E quando l'aria che tira è fetenziosa sarebbe il caso di cambiare lo status quo prima che sia troppo tardi perchè, per esperienza, quando un lettore scopre di poter vivere senza fumetti, come lettore lo hai perso. E non finchè passa la crisi. Lo hai perso e basta.
E' ora di rinnovare il meccanismo della distribuzione.
E' il momento di pubblicizzare i propri prodotti.
E' il caso di trovare un nuovo pubblico.

E' opportuno quindi studiare promozioni che incentivino l'acquisto e non che mirino a sbolognare fumetti, perchè se c'è una cosa che il mercato del fumetto ha insegnato in questi dieci anni, è che la politica dei pochi maledetti e subito è deleteria e non porta a nulla di buono. E non sviluppa il mercato.
Lo sotterra.